17 dicembre 2009

...momenti poetici.

C'è qualcosa di più poetico che sedersi sulla tazza del water, e vedere che sul mobiletto di fronte vi sono posati i Sonetti di Shakespeare? (Buon vecchio Blaise).
C'è qualcosa di più meraviglioso che aprire una pagina a caso e leggere:

Il tuo dono, il taccuino, è nel mio animo, bene impresso nella mia memoria imperitura, e vi rimarrà, più che in quei labili caratteri, oltre i limiti del tempo, fino all'eternità. O, almeno, finchè cuore e mente avranno dalla natura il priviliegio di sopravvivere. Finché ciascuno di essi non caderà all'oblio la sua parte di te, il tuo ricordo non potrà svanire. Quel modesto taccuino non potrebbe contenere tanto, né mi serve un registro per conteggiare il tuo caro amore; perciò ho osato da esso separarmi, affidandone il contenuto al mio spirito più fedele. Tenermi qualcosa per ricordarti, significherebbe ammettere ch'io mi possa di te scordare!

(Sonetti, 122esimo, Shakespeare)

01 dicembre 2009

Double decker bus


"Il ragazzo con la spina nel fianco/dietro il rancore nasconde/un atroce bisogno d'amore"


"...all'altezza del capolinea del 16 cominciava la salita e Aidi era impegnata a guidare, e lui sentiva che erano veramente una cosa sola, il petto contro la sua schiena e le mani sui suoi fianchi. I capelli le uscivano dal casco e al vecchio Alex era venuta in mente quella canzone degli Smiths, There's a light that never goes out, dall'album The queen is dead, quando più o meno dice: Non portarmi a casa stasera, pechè non è più la mia casa, ma la loro, e io non sono più il benvenuto. E se un autobus a due piani si schiantasse contro di noi, sarebbe un modo sublime di morire, e se un camion ci uccidesse tutti e due, morire al tuo fianco sarebbe un piacere e un onore, per me.
E su nastro era ancora niente! Aveva visto un vecchio concerto su Videomusic, e tanto per cominciare c'era Morrissey con quella giacca trionfante e la camicia aperta, che ballava come un clown, epico e grottesco allo stesso tempo, un mazzo di fiori bianchi ammosciati in mano allegoria sublime che ricordava We're the flowers in the dustbin dei Sex, e non appena attaccava And if a double-decker bus crashes into us, il teatro esplodeva, e migliaia di ragazzi si mettevano a cantare QUANTO sognavano di morire insieme.
Be' gli veniva in mente proprio questo. Non che sperasse che Aidi tirasse dritto alla prossima curva in modo da volare giù belli sparati per la scarpata, però tornava fuori un'altra volta la magia di essere insieme, e il fascino di non capire esattamente cosa volessero uno dall'altro, perchè soltanto dandosi la mano - uh - avevano già tutto..."


(Jack Frusciante è uscito dal gruppo - Enrico Brizzi)

21 novembre 2009

Parlami


-Ti prego, parlami.
Per una volta sola, apriti e dimmi ciò che pensi, ciò che ti tormenta, che ti fa vivere costantemente in uno stato di angoscia e solitudine. Hai sempre evitato il confronto, la discussione; non credi sia arrivato il momento di sputare tutto fuori? Non credi che questo tuo comportamento da tartaruga peggiori solo e in maniera costante le cose?
Mi ricordo come se fosse ieri quella sera di fine estate, seduti uno di fronte all'altro in quella lercia bettola di periferia. Il fumo esalato da troppe bocche aleggiava confuso nell'aria, tutto attorno a noi, impregnava le pareti ricoprendele di uno strato di denso grigiore. Le luci soffuse della sala acquietavano i pensieri, e nonostante il locale fosse pieno, si riusciva a percepire soltanto un sommesso brusio, un vociare ovattato. Un'atmosfera di altri tempi. Tempi passati e orami perduti. Vivido è però il ricordo dei tuoi occhi, persi come sempre in un profondo ed incombente vuoto. Mi tenevi la mano, accarezzandola dolcemente, eppure si capiva da un miglio che il tuo era solo un gesto meccanico, nessuna passione era assolutamente percipebile.
D'improvviso i tuoi occhi s'illuminarono. Un bagliore di coscienza si riaccese. Mi guardasti e con un filo di voce: "Lo sai quanto ti voglio bene vero? e che non potrai mai capire realmente il mio stato. E' qualcosa di unico. Ci ho provato sai? ho tentato in mille modi di uscirne, ma alla fine mi sono arreso. E' tutto inutile credimi. Non ho alcuna possibilità. Devo accettare questa cosa. " e poi ancora una volta: " Lo sai che ti voglio bene vero? ".
Quando ci ripenso mi rendo conto che forse avevi ragione. Non avrei mai potuto comprendere affondo il tuo animo frantumato. Quando cade uno specchio, è davvero arduo far ritrovare ai pezzi la loro posizione originale.
Ma ora ti prego guardami! Dimmi qualcosa...
Ti sto bagnando con le mie lacrime, scusami. E che poprio non ci riesco a farmene una ragione.
Guardarti disteso, inerme, su un letto di ospedale, con una macchina che respire per te, con tutti questi tubi che ti avvolgno, ti cingono in una crudele morsa, è davvero insopportabile.
Non ti avrei dovuto mai lasciare.
Non ti avrei dovuto mai conoscere.
Forse allora...

Ti prego...
Parlami.

20 ottobre 2009

Contrasti


«Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare»
(Giacomino Leopardi)

Riflettevo su quanto fosse sottile la differenza tra il "finito" è l' "infinito". Non nel senso meramente pratico, ma più che altro in una visione più astratta e fumosa.
E non posso non riportare La poesia di Leopardi.
E' infatti estremamente interessante notare come la finita barriera che la siepe impone, escludendo lo sguardo del poeta, sia in realtà uno stimolo per raggiungere l'infinito.
L'ostacolo visivo impedisce agli occhi di vedere, ma non impedisce alla fantasia di strabordare, anzi l'alimenta a più non posso. Nascono così gli interminati spazi, l'eterno, l'immensità e il vasto mare. Tutti termini che richiamano a un qualcosa di fortemente indefinibile, un qualcosa a cui è impossibile porri limiti e certezze.
Il tutto si riduce quindi a un gioco di contrasti, tra ciò che è finito e ciò che non lo è. Questo scontro dà libero sfogo alla fantasia e ai sentimenti. Due termini carichi di grande significato, che richiamano un altro contrasto spirituale:

"L'impressione del sublime nasce da una tensione eccezionale del sentimento e della fantasia,dalla coscienza di un violento e grandioso scontro di forze cosmiche, spirituali e naturali. Generano il sublime quegli spettacoli naturali grandiosi, selvaggi, terribili, che fanno sentire all'uomo la sua piccolezza e impotenza fisica, ma nello stesso tempo gli danno la coscienza della sua grandezza e superiorità morale.
Un mare in tempesta, una vasta solitudine silenziosa, una notte stellata, un tramonto, uno scenario di impervie montagne, burroni e precipizi, in cui torrenti selvaggi si precipitano in cascate spumeggianti, sono tutti spettacoli che possono innalzare l'anima al sublime."

L'insensata ed effimera esistenza dell'uomo in confronto con paesaggi sconfinati o grandiosi eventi naturali generano una "superiorità morale", generano il sublime.

Quello che sto cercando di esprimere e che insomma la vita e tutte le accezioni che scaturiscono da essa sono genarti da continui scontri/incontri, contrasti/incastri.
E' un incessante fluire di uomini, donne, pensieri, parole, azioni, orribli sbagli, grandi successi, sentimenti, passioni, indecisioni, sicurezze, stabilità, precarietà...

pausa.



10 ottobre 2009

Paradisi artificiali.

Ci sono momenti estramenti particolari nella propria esistenza.
Momenti di non facile comprensione, oscuri, difficili.
Frangenti in cui sono essenziali due cose, anche se in antitesi tra loro: la solitudine, e il supporto degli amici.
Particolari attimi in cui basta davvero poco per precipitare in un profondo e algido abisso. Una notizia, un rapporto che si complica; basta davvero poco per farti fare quel passo decisivo verso l'oscurità più totale.
Baudelaire nell'introduzione di "Paradisi artificiali" sottolinea come siano rari i momenti di pura felicità. Quella gioia che ti fa alzare dal letto con la testa leggera, senza alcuna preoccupazione. E come dargli torto, sensazioni del genere sono davvero rare, eppure incredibilmente preziose e rigeneranti.
Una particolare parola, un gesto, una carezza, durante questi stati d'animo così contriversi assumono un'importanza a dir poco vitale. Trovare un appiglio è quasi doveroso. In un tipo di musica, in un particolare autore, in un' amicizia sensibile. Bisogna restare in qualche modo a galla, evitare di lasciarsi trasportare eccessivamente dall'impetuosa corrente dell'ossessione e della paranoia.
Perchè queste parole? Non lo so.
Forse mi ritrovo in questa particolare fase, o forse no. Non saprei dirlo con certezza. Mi rendo solo conto che a volte scrivere senza avere in testa un preciso argomento è molto piacevole. Lasciarsi trasportare dalle parole, dalle emozioni, dalla testa, dal cuore, ma anche dal fegato e dallo stomaco.
A voi l'arduo compito di interpretare il tutto.
Io vado a fare le nanne.
Nella speranza di risvegliarsi, almeno per una volta, con la sensazione che quest' effimera esistenza possa portarti, ogni tanto, qualche piccola gioia.

08 ottobre 2009

That guy



I never thought that I could be so bold
To even say these thoughts aloud
I see you with your man
Your eyes just shine
While he stands tall
And walking proud

That look you give that guy
I wanna see
Looking right at me
If I could be that guy
Instead of me
I'd never let you down

It always seems like you're going somewhere
Better than you've been before
While I go to sleep and I dream all night
Of you knocking at my door

That look you give that guy
I wanna see
Looking right at me
If I could be that guy
Instead of me
I'd be all I can be

I'm nothing like what I'd like to be
I'm nothing much I know it's true
I lack the style and the pedigree
And my chances are so few

That look you give that guy
I wanna see
Looking right at me
If I could be that guy
Instead of me
I'd give you all I got

I never thought that I could be so bold
To even say these thoughts aloud
But it, let's say, it won't work out
You know where I can be found

That look you give that guy
I wanna see
Looking right at me
If I could be that guy
Instead of me
I'd never let you down



Non pensavo di trovare il coraggio
per dire questi pensieri ad alta voce
Ti vedo con lui, e i tuoi occhi brillano
mentre lui a testa alta cammina orgoglioso

Lo sguardo che dai a quel tizio,
lo voglio vedere…
che guarda dritto verso di me
Se potessi essere quel tizio, invece di me…
Non ti deluderei mai

Sembra che tu voglia andare da qualche parte
migliore di dove sei stata prima
Mentre io vado a dormire, e sogno tutta la notte
di te che bussi alla mia porta

Lo sguardo che dai a quel tizio,
lo voglio vedere…
che guarda dritto verso di me
Se potessi essere quel tizio, invece di me…
Potrei dare il meglio di me stesso, Potrei dare il meglio di me stesso

Non sono come vorrei essere
Non sono un gran che, è vero
mi piacerebbe essere visto sotto una luce migliore
e le mie possibilità sono davvero poche

Lo sguardo che dai a quel tizio,
lo voglio vedere…
che guarda dritto verso di me
Se potessi essere quel tizio, invece di me…
Ti darei tutto quel che ho

Non pensavo di trovare il coraggio
per dire questi pensieri ad alta voce
Ma, diciamo, se la cosa non funziona
Sai dove trovarmi

Lo sguardo che dai a quel tizio,
lo voglio vedere…
che guarda dritto verso di me
Se potessi essere quel tizio, invece di me…
Non ti deluderei mai, non ti deluderei mai



07 ottobre 2009

Alla Luna

http://blog-aris-blog.blogspot.com/

O graziosa luna, io mi rammento
Che, or volge l'anno, sovra questo colle
Io venia pien d'angoscia a rimirarti:
E tu pendevi allor su quella selva
Siccome or fai, che tutta la rischiari.
Ma nebuloso e tremulo dal pianto
Che mi sorgea sul ciglio, alle mie luci
Il tuo volto apparia, che travagliosa
Era mia vita: ed è, né cangia stile,
0 mia diletta luna. E pur mi giova
La ricordanza, e il noverar l'etate
Del mio dolore. Oh come grato occorre
Nel tempo giovanil, quando ancor lungo
La speme e breve ha la memoria il corso,
Il rimembrar delle passate cose,
Ancor che triste, e che l'affanno duri!

(Giacomino Leopardi)

06 ottobre 2009

My Timing is off



My timing is off
She isn't ready for my love
It's all that I got
But it's a pretty big thing
That she should recognize;
The truth between us cannot hide
She knows that it's real
But the situation doesn't fit
I know what I feel
And I know that this is really
Everything it's all about
And I don't have a single doubt
My timing is off
But sometimes that's how it all works
Believe it or not
We don't have a choice
In matters of the heart;
Just gotta be brave enough
To love and let yourself be loved
My timing is off
And I'm not worried 'bout a thing
She knows that it's real
She couldn't throw it all away
For fear of happiness
This isn't like that other mess

02 ottobre 2009

Creep

Il Vasco ha fatto uno sgarro.
E' inutile aggiungere altre parole.
E' inutile provare a difenderlo.
Creep è Creep, punto!

E citando testualmente Umberto: Per linkare questa canzone dovrebbero sempre esserci dei motivi più che importanti, oppure avere in mente una persona davvero speciale.
Io ho entrambe le cose.


29 settembre 2009

Ogni cosa è illuminata dal ricordo del passato.



Le distanze, per chi si appartiene, si vuol bene, vive con l'altro e
dell'altro, determinano una sorta di paradosso, di palese
contraddizione: non separano né recidono legami, ma - al contrario -
avvicinano ulteriormente, rinsaldano, rafforzano certezze e
sentimenti.

26 settembre 2009

Non mi dare ciò che desidero...

Non ho fede. Non Credo.
Ma questo non vuol dire che io non rispetti chiunque abbracci questa sfera, o non possa trarre alcun insegnamento.
Anzi, li risiede il bello della cosa.
Vi ricopio una preghiera scritta da Antoine de Saint_Exupery, l'autore del "Piccolo Principe" per intenderci, che mi ha molto colpito pre la sua essenzialità e per il grande realismo che trasuda da tutti i pori.



Io prego
Non per miracoli o visioni, o Signore.
ma per la forza di adattarmi al quotidiano.
Insegnami l'arte dei piccoli passi.

Lasciami constatare che i sogni non aiutano
nè per il passato nè per il futuro.
Aiutami a compiere al meglio i miei propositi
e di riconoscere
l'ora presente come la più importante.

Tienimi lontano dalla ingenua fiducia
che nella vita tutto scorrerà per il meglio
Donami la consapevolezza reale che
difficoltà, sconfitte, insuccessi e disinganni,
fanno parte naturale della vita,
attraverso i quali noi crecsiamo e maturiamo.

Concedimi la fantasia necessaria
per consegnare
nel momento adatto
al giusto indirizzo
un po' di bontà
con o senza parole.

Non mi dare ciò che desidero,
ma ciò di cui ho bisogno.

Insegnami l'arte dei piccoli passi.

24 settembre 2009

E se mi stessi sbagliando ancora una volta?




...

Rush


Mia cara amica,

Il buon senso ci avverte che le cose terrestri esistono ben poco e che la vera realtà è soltanto nei sogni. Per dirigere la felicità naturale, come quella artificiale, bisogna anzitutto avere il coraggio di trangugiarla; e coloro che meriterebbero forse la felicità sono precisamente quelli ai quali la felicità, come la concepiscono i mortali, ha sempre prodotto l'effetto di un vomitivo.
A spiriti semplici parrà strano, e anche impertinente, che un quadro di voluttà artificiali sia dedicato ad una donna, la più ordinaria sorgente delle voluttà più naturali. E' tuttavia evidente che, come il mondo naturale penetra in quello spirituale, servendogli di alimento e contribuendo a dormare quell'amalgama indefinibile che chiamiamo la nostra individualità, così la donna è la creatura che proietta la più grande ombra o la più grande luce nei nostri sogni. La donna è fatalmente suggestiva; vive di un'altra vita dalla propria; vive spiritualmente nelle immaginizaioni che domina e feconda. [...]
Ma non già ad una morta io dedico questo piccolo libro, bensì ad una donna che, sebbene malata, è sempre attiva e vivente in me, e che volge ora tutti i suoi sguardi al Cielo, quel luogo di ogni trasfigurazione... Poichè, non solo da una droga terribile l'essere umano gode il privilegio di poter trarre godimenti nuovi e sottili, ma anche dal dolore, dalla catastrofe e dalla fatalità.

Vedrai in questo quadro un viandante cupo e soitario, immerso nel flutto inquieto delle moltitudini, in atto d'invitare il suo cuore e il suo pensiero a un'Elettra lontana che gli asciugava dianzi la fronte madida di sudore e gli rinfrescava le labbra disseccate dalla febbre; e indovinerai la gratitudine di un altro Oreste, del quale vegliasti spesso gli incubi e dissipasti con mano leggera e materna, il sonno spaventoso.

21 settembre 2009

Piove...



-Alcuni dicono che la pioggia è brutta, ma non sanno che permette di girare a testa alta con il viso coperto dalle lacrime. (Jim Morrison)

-C'è chi aspetta la pioggia | per non piangere da solo. (Fabrizio De Andrè)


18 settembre 2009

Lacrime

Lacrime, lacrime, lacrime
Nella notte, in solitudine, lacrime,
Sopra la bianca riva goccianti, goccianti, bevute dalla
sabbia,
Lacrime, non una stella, buio e desolazione,
Umide lacrime dagli occhi d' una testa infagottata;
Chi è quel fantsma? quella forma che lacrima nel
buio?
Quella massa confusa, curva, accucciata sulla sabbia?
Che versa lacrime, singhiozza, spasima, soffoca grida
selvagge?
Oh tempesta, fatta carne, che ti sollevi, e corri con
passi rapidi lungo la spiaggia!
Oh furiosa, notturna, cupa bufera - oh come erutti
disperata!
Eh tu, ombra, così composta e dignitosa di giorno, col
volto calmo e il passo regolato,
Come imperversi di notte, quando nessuno ti vede -
oh allora oceano sfrenato
Di lacrime! lacrime! lacrime!

Walt Whitman

17 settembre 2009

In una notte di pioggia...

Perchè, in una notte di furente tempesta, una persona dovrebbe restare ferma ed immobile in mezzo alla strada a riflettere?
Alzare la testa per cercare di cogliere l'attimo in cui una goccia di pioggia si stacca dal cielo per poi colpirti dritto in viso.
Gocce rigonfie di domande, di passione, di sofferenza.
Gocce che ribollono di un sentimento imponderabile.
E' strano restare li fermi, a lasciarsi ferire dalla pioggia, che imperterrita si riversa sull'umore turbato.
Ma il suo effetto non è quello di acquietare o spegnere il fuoco, anzi.
E' una pioggia secca, tagliente e fervente di pensieri ormai noti e risaputi, ma non ancora del tutto chiariti.
Ed è curioso restare inermi per la strada, fino ad arrivare al punto di confondere le gocce di pioggia cocente con le salate lacrime che solcano il viso...

15 settembre 2009

Ai Lettori

Non esiste una cosa chiamata letteratura. Esistono uomini e donne che scrivono libri, uomini e donne che li leggono. Spesso scrittori e lettori si trovano d'accordo nel definire "opere letterarie" alcuni dei testi contenuti nei libri, ma la definizione varia col varirare delle epoche e dei gusti. Anche gli specialisti, i critici, gli storici letterari non sono riusciti fino a oggi a inventare un criterio certo e definitivo per distinguere ciò che è "letterario" da ciò che non lo è. In questo libro definiremo "opere letterarie" testi che un lettore può leggere semplicemente perchè ama leggerli. Non importa se abbiano un' utilità pratica, o che raccontino fatti reali, ma che sappiano commuovere, divertire, emozionare chi li legge. Ci sono opere scritte nel più lontano passato che parlano di un mondo scomparso e propongono idee inguaribilmente invecchiate, ma restano ugualmente giovani e attuali: i lettori di oggi ci trovano personaggi, situazioni, sentimenti che parlano alla loro mente e al loro cuore come se l'antico scrittore fosse un contemporaneo.
Dunque la storia che state per leggere è una storia di libri, e di persone che li hanno scritti e letti.
Insomma, questo manuale è come una mappa o una guida turistica: serve per orientarsi ma non ha nessun valore in sé. Se mi avventuro in un paese che non conosco, una guida mi è preziosa, perchè mi propone degli itinerari, mi consiglia delle soste, mi dà dei riferimenti di spazio e di tempo; ma la semplice lettura delle guida non può certo sostituire il gusto di scoprire con i miei occhi e di percorrere con i miei piedi il territorio che sto esplorando. Il compito di questo libro è quello di accompagnarvi fino alle soglie delle "grandi opere" della letteratura, ma la parte importante del vostro viaggio incomincerà dopo, quando potrete verificare di persona se e in quale misura i libri che i secoli passati ci hanno lasciato in eredità sono vivi e attuali anche per voi.

04 settembre 2009

Any where out of the world

Si potrebbero trarre molti spunti e argomentazioni dalla poesia di Baudelaire che segue: la Morte, l'Irrequietezza dell'anima, l'Attaccamento al dolore...
Ritengo però che ognuno la debba analizzare attraverso la proprio luce il testo, cogliendo quei particolari e quelle sfumature sempre diverse e, sempre meravigliosamente belle.
(Come vorrei fare "Lunghi bagni di tenebre" anch'io...)


Questa vita è un ospedale nel quale ogni malato è preso dal desiderio di mutar letto. Questo vorrebbe soffreire davanti alla stufa, quello crede che guarirebbe accanto alla finestra. Mi pare che starei sempre bene dove non sono; senza posa discuto questo problema del traslcolo con la mia anima.
-Dimmi, anima mia, povera anima infreddolita, cosa diresti se andassimo a stare a Lisbona? Dev'essere caldo laggiù, ti potresti rinvigorire come una lucertola. E' una città sul mare; dicono che è tutta di marmo, che al gente odia talmente il vegetale, che strappa tutti gli alberi. Quello è un paesaggio secondo il tuo gusto; un paesaggio di luce e di minerale, col liquido per rispecchiarli.
La mia anima non risponde.
-Siccome ti piace tanto riposare con lo spettacolo del movimento, vuoi venire a stare in Olanda, beatifica terra? Forse ti divertirai in quel paese di cui spesso fai ammirato l'immagine nei musei. Cosa diresti di Rotterdam, tu che ami le selve di alberi e le navi ormeggiate sotto le case?
La mia anima rimane muta.
-Forse Batavia ti direbbe di più? d'altronde ci troveremmo lo spirito europeo sposato alla bellezza tropicale.
Non una parola. Che sia morta l'anima mia?
-Ti sei dunque ridotta ad un punto di tale torpore da crogiolarti soltanto nel tuo male? Se è così, fuggiamo verso i paesi che sono analogie della Morte. Ecco quanto fa al caso nostro, povera anima! Faremo i bauli per Torneo*. Andiamo più lontano ancora, in fondo in fondo al baltico; ancora più lontano dalla vita, se si può; insalliamoci al polo. Lassù il sole non sfiora che di striscio la terra, e il lento alternarsi della luce e della notte sopprime la varietà e accresce la monotonia, che è la metà del nulla. Lassù potremo fare lunghi bagni di tenebre, intanto che per trastullarci le aurore boreali ci mandreanno ogni tanto i loro fasci rosa, riflessi d'un infernale fuoco d'artifizio! Finalmente l'anima mia scoppia, e saviamente mi grida

-Dove che sia! purechè sia fuori da questo mondo!

13 agosto 2009

Noia

Come vi rapportate con la noia?
Quanto mai spiacevole?
O interessante e produttiva?

Oscar Wilde diceva: "C'è una sola cosa orribile al mondo, un solo peccato imperdonabile: la noia."
Giacomino invece: "La noia è in qualche modo il più sublime dei sentimenti umani."

A chi dare ragione?

Io comunque in pomeriggio di estrema noia Diamantese, ho provato a forografare tutti i murales che coprono le mura della cittadina calabrese.

Et voilà:

25 luglio 2009

Pigrizia

Facendo un giro su wikiquote, mi sono accorto che la maggior parte delle citazioni famose riguardanti la pigrizia sono negative, tranne giusto un paio.

  • Credo che la pigrizia sia dovuta a uno scarto di immaginazione Una semplice messa a punto ce ne guarirebbe. (Marcel Jouhandeau)
  • È pigro l'uomo che può far di meglio. (Ralph Waldo Emerson)
  • La logica è una forma di pigrizia mentale. (Marcello Marchesi)
  • La mediocrità di spirito e la pigrizia producono più filosofi che non la riflessione. (Luc De Vauvenargues)
  • La pigrizia è il rifiuto di fare non soltanto ciò che annoia, ma anche quella moltitudine di atti che senza essere, a rigore, noiosi, sono tutti inutili. (Henri De Montherlant)
  • La pigrizia è il rifugio degli spiriti deboli. (Philip Stanhope)
  • La pigrizia è madre. Ha un figlio, il furto, e una figlia, la fame. (Victor Hugo)
  • Oserò qui esporre che cosa prescriva la più grande, la più importante, la più preziosa regola di tutta l'educazione? Non già di guadagnare tempo, ma di perderne. (Jean-Jacques Rousseau)
  • Un pigro! Ma è un titolo, una missione, è tutta una carriera. Non prendetela a scherzo, è così. (Fëdor Mikhailovič Dostoevskij)
  • Una gran quantità di persone ha un'anima che adora nuotare. Volgarmente vengono chiamati pigri. (Henri Michaux)
Eppure cosa c'è di tanto negativo nell'essere "pigri"? cosa c'è di male nel lasciarsi trasportare incondizionatamente dagli eventi? Ma vorrebbe significare essere dei deboli, non sapersi imporre, non avere carattere, qualcuno potrebbe dire... e allora?

Ma ci ritroviamo in un mondo nel quale per farsi ascoltare devi uralre più forte di tutti gli altri - qualcuno potrebbe continuare- un mondo dove è fin troppo facile venire mangiati dal pesce più grande.

Si certo, tutto giusto. Non ho niente da obiettare, ma un mondo cosi mi fa alquanto schifo ("ibleah" direbbe qualcuno") non sono sicuro che mi piacerebbe lottare, ed alzare la voce per emergere in un mondo che si spaccia di ergersi sulle basi della meritocrazia, quando è lapalissiano che a sorreggerlo sono le solide fondamenta della "calcinculocrazia". Un mondo dove ormai non conta più nemmeno l'apparenza, perchè tanto qualcuno è arrivato a smentire la "realtà", riuscendoci tra l' altro.

Ecco allora io piuttosto che gettarmi nella calca per arrivare chisà dove, lottando, mentendo, strngendo, ungendo, preferisco lasciarmi trasportare dalle onde, in balìa di un placido mare ristagnate. Si, preferisco essere pigro, perchè tanto sudare a mare non serve davvero a nulla.

P.S. Uhm... ma io in realtà volevo caricare il video che incorniciava il mio immane sforzo, la mia sfida alla pigriza.... la grande salita... l'immane scalata, i nove piani a piedi.... bah.



04 luglio 2009

Poesie - Catullo

Non so per quale ragione, ma la prima volta che lessi questa poesia di Catullo mi colpì tantissimo, come un pugno sulla bocca dello stomaco, un pugno di quelli che ti tolgono il respiro.
Ogni volta che la leggo e come se mi immedesimassi nello spirito dell'autore, percepissi la sua frustrazione, la sua rabbia, la sua rasegnazione, il suo coraggio, la sua passione... il suo abbandono.
Insomma non sto a fare troppo giri di parole, ve la faccio leggere:

8*

Oh pazzo, basta! Povero Catullo.
Quel che perduto è perduto è perduto.
I tuoi giorni di paradiso li hai avuti
Quando il tuo amore ti diceva vieni
Tu ti preciptavi.
Così amata da te è stata lei
Come nessuna da mai nessuno.
E compivate tutti gli atti d'amore
Quel che volevi tu le non svoleva
I tuoi giorni di paradiso li hai avuti

Ora non vuole più.
Debole cuore, non devi volere più
Neanche tu.
Se ti ha lasciato, lasciala andare.
Perchè vuoi vivere miserabilmente?
Forza sopporta il colpo, non gli cedere!

Amore mio, addio. Catullo è ora insensibile,
Più non ti cerca più non ti supplica
Per un tuo no.
Ma, insupplicata, come soffrirai!
Che sventura la tua, infelice,
E a quale vita vai incontro!
Quale uomo ti cercherà?
Chi puoi amare ancora, di chi sarai l'amante?
A chi i tuoi baci darai a chi la bocca morderai?
Catullo tu resisti, tu non cedere.

*Perdonate qualche errore di battitura, ma ho ricopiato a manina una versione che ho sul cartaceo poichè le traduzioni trovate su internet non mi piacevano affatto.

P.S. Il blog resterà chiuso per l'estate... a presto.

02 luglio 2009

Ubuntu - Linux




E' da un po' di tempo che sto letteralmente tormentando i miei amici con "Linux", "Ubuntu", "Open Source" e così via... E credo che stiano incominciando ad odiarmi per questo!
Ma oramai è più forte di me, è quasi un ossessione, quindi a costo di farmi scuoiare vivo dirò due paroline sull'argomento anche qui.

Per chi non ne fosse minimamente a conoscenza, oltre al tanto "amato" Windows della Microsoft, esistono altri sistemi operativi per il nostro computer. Si mi rendo conto che la notizia può risultare difficile da digerire... ma è così!
Ebbene il maggiore concorrente di Windows (dopo i sistemi operativi per Mac, ma lasciamoli stare per il momento) è proprio lui.. il simpatico Linux che se lo volessimo piazzare in un grafico occuperebbe all'incirca l'1% del totale. La cosa potrebbe sembrare scoraggiante, ma vi assicuro che è in costante crescita. Linux mette a disposizione svariate distrubuzioni agli utenti, tutte gratuite e molto valide. Le più famose sono:
  • Ubuntu
  • Kubuntu
  • Xubuntu
  • Fedora
  • Open Suse
Ognuna rispecchia determinate caratteristiche, ma tutte sono collegate da importanti fattori
e cioè:
  1. Sono gratuite ( al contrario del caro windows...)
  2. Facilmente scaricabili da internet
  3. Immuni da virus ( si avete capito bene... fate ciao con la manina ai virus e agli anti-virus)
  4. Testabili senza impegno ( attraverso l'utilizzo dei Live Cd, che vi permettono di provare il nuovo sistema sul vostro omputer senza doverlo per forza installare)
  5. Terribilmete stabili ( difficilmente vi ritroverete a bestemmiare davanti al computer impallato)
  6. Richiedono poche risorse ( anche se avete un computer vecchiotto.. invece di buttarlo, caricateci Xubuntu)
  7. Si aggiorna in un click ( Esce una nuova versione ogni sei mesi, sempre più aggiornata e sicura, e basta un tasto per fare l'upgrade).
(Questo è uno dei tanti effetti grafici a disposizione per ubuntu,)

E allora mi direte? Dov'è la fregatura?
perchè un sistema così valido non riesce a soppiantare winzozz? Le risposte sono molte, la prima e che la suddetta microsoft non lascia spazio alcuno all'open source, pensateci, tutti i computer presenti nei discount quale sistema hanno preinstallato? esatto... windows, e perchè non darci la possibiità di scegliere liberamente invece? Un'altra risposta discende direttamente dalla prima, e cioè la "Pigrizia" dell'utente medio, ormai così abituato ed assuefatto all'impostazione windows che se al posto di Microsoft word ci metti davanti Il word processor di Open Office va in panico assoluto! Poi gli va bene se il computer crasha ogni tre secondi e si bloccano le applicazioni, gli va bene se un virus gli cancella l'hard-disk. gli va bene se deve pagare qualcosa in più per avere tutto qeusto... Ok forse mi sto dilungando un po' troppo.

In ogni caso se avete voglia anche solo di provare Linux, vi lascio due link dove poter scaricare le varie distribuzioni:
http://www.ubuntu-it.org/
http://it.wikipedia.org/wiki/Ubuntu
http://www.kubuntu.org/
http://www.xubuntu.org/
http://fedoraproject.org/it/

01 luglio 2009

Lucerto eccellenza!

Ci vuole... Oh! Lo spazzacamino con una scala!" "Oh, oh Biagio! Biagio lucertola! Soccorri uno spazzolino con una cavola..un pazza scalino..un p-p-p-p..un p-p-p-p un p-p-ppuoi aiutarci??" "Lucerto eccellenza!" "Biagio, ragazzo mio, sei mai sceso in un camino?" "Lucerto eccellenza, sono sceso in più camini io che.." "Magnifico! Magnifico! Allora infilati dentro a quello..e tira fuori quel mostro!" "Agli ordini capitano.. Mostro??? Aiutooo!!" "Aaaah..Là! Così va meglio! Senti Biagio, tu sei un eroe, un vero eroe!" "Sul serio?" "Diventerai famoso.." "Sul serio?" "Lucerto! questo sì che è fegato! Adesso calati giù..Roba da ragazzi vecchio mio..Non hai che da avvolgere la coda al collo del mostro..ed estirparlo!" "Ma-ma..Capitano.." "In bocca al lupo, Biagio!" "E-e-e-e-e-ecciùùù!!!" "Bene..Biagio ha disertato.." "Povero Biagio..!"