29 settembre 2009

Ogni cosa è illuminata dal ricordo del passato.



Le distanze, per chi si appartiene, si vuol bene, vive con l'altro e
dell'altro, determinano una sorta di paradosso, di palese
contraddizione: non separano né recidono legami, ma - al contrario -
avvicinano ulteriormente, rinsaldano, rafforzano certezze e
sentimenti.

26 settembre 2009

Non mi dare ciò che desidero...

Non ho fede. Non Credo.
Ma questo non vuol dire che io non rispetti chiunque abbracci questa sfera, o non possa trarre alcun insegnamento.
Anzi, li risiede il bello della cosa.
Vi ricopio una preghiera scritta da Antoine de Saint_Exupery, l'autore del "Piccolo Principe" per intenderci, che mi ha molto colpito pre la sua essenzialità e per il grande realismo che trasuda da tutti i pori.



Io prego
Non per miracoli o visioni, o Signore.
ma per la forza di adattarmi al quotidiano.
Insegnami l'arte dei piccoli passi.

Lasciami constatare che i sogni non aiutano
nè per il passato nè per il futuro.
Aiutami a compiere al meglio i miei propositi
e di riconoscere
l'ora presente come la più importante.

Tienimi lontano dalla ingenua fiducia
che nella vita tutto scorrerà per il meglio
Donami la consapevolezza reale che
difficoltà, sconfitte, insuccessi e disinganni,
fanno parte naturale della vita,
attraverso i quali noi crecsiamo e maturiamo.

Concedimi la fantasia necessaria
per consegnare
nel momento adatto
al giusto indirizzo
un po' di bontà
con o senza parole.

Non mi dare ciò che desidero,
ma ciò di cui ho bisogno.

Insegnami l'arte dei piccoli passi.

24 settembre 2009

E se mi stessi sbagliando ancora una volta?




...

Rush


Mia cara amica,

Il buon senso ci avverte che le cose terrestri esistono ben poco e che la vera realtà è soltanto nei sogni. Per dirigere la felicità naturale, come quella artificiale, bisogna anzitutto avere il coraggio di trangugiarla; e coloro che meriterebbero forse la felicità sono precisamente quelli ai quali la felicità, come la concepiscono i mortali, ha sempre prodotto l'effetto di un vomitivo.
A spiriti semplici parrà strano, e anche impertinente, che un quadro di voluttà artificiali sia dedicato ad una donna, la più ordinaria sorgente delle voluttà più naturali. E' tuttavia evidente che, come il mondo naturale penetra in quello spirituale, servendogli di alimento e contribuendo a dormare quell'amalgama indefinibile che chiamiamo la nostra individualità, così la donna è la creatura che proietta la più grande ombra o la più grande luce nei nostri sogni. La donna è fatalmente suggestiva; vive di un'altra vita dalla propria; vive spiritualmente nelle immaginizaioni che domina e feconda. [...]
Ma non già ad una morta io dedico questo piccolo libro, bensì ad una donna che, sebbene malata, è sempre attiva e vivente in me, e che volge ora tutti i suoi sguardi al Cielo, quel luogo di ogni trasfigurazione... Poichè, non solo da una droga terribile l'essere umano gode il privilegio di poter trarre godimenti nuovi e sottili, ma anche dal dolore, dalla catastrofe e dalla fatalità.

Vedrai in questo quadro un viandante cupo e soitario, immerso nel flutto inquieto delle moltitudini, in atto d'invitare il suo cuore e il suo pensiero a un'Elettra lontana che gli asciugava dianzi la fronte madida di sudore e gli rinfrescava le labbra disseccate dalla febbre; e indovinerai la gratitudine di un altro Oreste, del quale vegliasti spesso gli incubi e dissipasti con mano leggera e materna, il sonno spaventoso.

21 settembre 2009

Piove...



-Alcuni dicono che la pioggia è brutta, ma non sanno che permette di girare a testa alta con il viso coperto dalle lacrime. (Jim Morrison)

-C'è chi aspetta la pioggia | per non piangere da solo. (Fabrizio De Andrè)


18 settembre 2009

Lacrime

Lacrime, lacrime, lacrime
Nella notte, in solitudine, lacrime,
Sopra la bianca riva goccianti, goccianti, bevute dalla
sabbia,
Lacrime, non una stella, buio e desolazione,
Umide lacrime dagli occhi d' una testa infagottata;
Chi è quel fantsma? quella forma che lacrima nel
buio?
Quella massa confusa, curva, accucciata sulla sabbia?
Che versa lacrime, singhiozza, spasima, soffoca grida
selvagge?
Oh tempesta, fatta carne, che ti sollevi, e corri con
passi rapidi lungo la spiaggia!
Oh furiosa, notturna, cupa bufera - oh come erutti
disperata!
Eh tu, ombra, così composta e dignitosa di giorno, col
volto calmo e il passo regolato,
Come imperversi di notte, quando nessuno ti vede -
oh allora oceano sfrenato
Di lacrime! lacrime! lacrime!

Walt Whitman

17 settembre 2009

In una notte di pioggia...

Perchè, in una notte di furente tempesta, una persona dovrebbe restare ferma ed immobile in mezzo alla strada a riflettere?
Alzare la testa per cercare di cogliere l'attimo in cui una goccia di pioggia si stacca dal cielo per poi colpirti dritto in viso.
Gocce rigonfie di domande, di passione, di sofferenza.
Gocce che ribollono di un sentimento imponderabile.
E' strano restare li fermi, a lasciarsi ferire dalla pioggia, che imperterrita si riversa sull'umore turbato.
Ma il suo effetto non è quello di acquietare o spegnere il fuoco, anzi.
E' una pioggia secca, tagliente e fervente di pensieri ormai noti e risaputi, ma non ancora del tutto chiariti.
Ed è curioso restare inermi per la strada, fino ad arrivare al punto di confondere le gocce di pioggia cocente con le salate lacrime che solcano il viso...

15 settembre 2009

Ai Lettori

Non esiste una cosa chiamata letteratura. Esistono uomini e donne che scrivono libri, uomini e donne che li leggono. Spesso scrittori e lettori si trovano d'accordo nel definire "opere letterarie" alcuni dei testi contenuti nei libri, ma la definizione varia col varirare delle epoche e dei gusti. Anche gli specialisti, i critici, gli storici letterari non sono riusciti fino a oggi a inventare un criterio certo e definitivo per distinguere ciò che è "letterario" da ciò che non lo è. In questo libro definiremo "opere letterarie" testi che un lettore può leggere semplicemente perchè ama leggerli. Non importa se abbiano un' utilità pratica, o che raccontino fatti reali, ma che sappiano commuovere, divertire, emozionare chi li legge. Ci sono opere scritte nel più lontano passato che parlano di un mondo scomparso e propongono idee inguaribilmente invecchiate, ma restano ugualmente giovani e attuali: i lettori di oggi ci trovano personaggi, situazioni, sentimenti che parlano alla loro mente e al loro cuore come se l'antico scrittore fosse un contemporaneo.
Dunque la storia che state per leggere è una storia di libri, e di persone che li hanno scritti e letti.
Insomma, questo manuale è come una mappa o una guida turistica: serve per orientarsi ma non ha nessun valore in sé. Se mi avventuro in un paese che non conosco, una guida mi è preziosa, perchè mi propone degli itinerari, mi consiglia delle soste, mi dà dei riferimenti di spazio e di tempo; ma la semplice lettura delle guida non può certo sostituire il gusto di scoprire con i miei occhi e di percorrere con i miei piedi il territorio che sto esplorando. Il compito di questo libro è quello di accompagnarvi fino alle soglie delle "grandi opere" della letteratura, ma la parte importante del vostro viaggio incomincerà dopo, quando potrete verificare di persona se e in quale misura i libri che i secoli passati ci hanno lasciato in eredità sono vivi e attuali anche per voi.

04 settembre 2009

Any where out of the world

Si potrebbero trarre molti spunti e argomentazioni dalla poesia di Baudelaire che segue: la Morte, l'Irrequietezza dell'anima, l'Attaccamento al dolore...
Ritengo però che ognuno la debba analizzare attraverso la proprio luce il testo, cogliendo quei particolari e quelle sfumature sempre diverse e, sempre meravigliosamente belle.
(Come vorrei fare "Lunghi bagni di tenebre" anch'io...)


Questa vita è un ospedale nel quale ogni malato è preso dal desiderio di mutar letto. Questo vorrebbe soffreire davanti alla stufa, quello crede che guarirebbe accanto alla finestra. Mi pare che starei sempre bene dove non sono; senza posa discuto questo problema del traslcolo con la mia anima.
-Dimmi, anima mia, povera anima infreddolita, cosa diresti se andassimo a stare a Lisbona? Dev'essere caldo laggiù, ti potresti rinvigorire come una lucertola. E' una città sul mare; dicono che è tutta di marmo, che al gente odia talmente il vegetale, che strappa tutti gli alberi. Quello è un paesaggio secondo il tuo gusto; un paesaggio di luce e di minerale, col liquido per rispecchiarli.
La mia anima non risponde.
-Siccome ti piace tanto riposare con lo spettacolo del movimento, vuoi venire a stare in Olanda, beatifica terra? Forse ti divertirai in quel paese di cui spesso fai ammirato l'immagine nei musei. Cosa diresti di Rotterdam, tu che ami le selve di alberi e le navi ormeggiate sotto le case?
La mia anima rimane muta.
-Forse Batavia ti direbbe di più? d'altronde ci troveremmo lo spirito europeo sposato alla bellezza tropicale.
Non una parola. Che sia morta l'anima mia?
-Ti sei dunque ridotta ad un punto di tale torpore da crogiolarti soltanto nel tuo male? Se è così, fuggiamo verso i paesi che sono analogie della Morte. Ecco quanto fa al caso nostro, povera anima! Faremo i bauli per Torneo*. Andiamo più lontano ancora, in fondo in fondo al baltico; ancora più lontano dalla vita, se si può; insalliamoci al polo. Lassù il sole non sfiora che di striscio la terra, e il lento alternarsi della luce e della notte sopprime la varietà e accresce la monotonia, che è la metà del nulla. Lassù potremo fare lunghi bagni di tenebre, intanto che per trastullarci le aurore boreali ci mandreanno ogni tanto i loro fasci rosa, riflessi d'un infernale fuoco d'artifizio! Finalmente l'anima mia scoppia, e saviamente mi grida

-Dove che sia! purechè sia fuori da questo mondo!