30 gennaio 2010

Tragedia: La questione delle origini


Ci sono due teorie sulla nascita della "Tragedia Greca" che mi hanno sempre affascinato:

-La teoria di Nietzsche
-La teoria di Freud

Il dibattito riguardante le origini della tragedia greca parte e si dipana con la pubblicazione da parte di F. Nietzsche dell'opera "La nascita della tragedia". In essa il grande pensatore tedesco introduce per la prima volta la distinzione tra:

-Spirito Apollineo: caratteristico del sogno, si traduce in immagini di serena compostezza e trova la sua manifestazione più compiuta nelle arti figurative.
-Spirito Dionisiaco: proprio dell'ebbrezza, attiene alle pulsioni sotterranee dell'inconscio e si esprime nella musica.

Il classicismo tradizionale aveva privilegiato solo la componente apollinea dello spirito greco, ma dietro l'enigmatico sorriso del dio solare si cela il volto mutevole del suo fratello notturno, il nume delle orge e dei misteri. Nietzche dunque riteneva che la tragedia greca nascesse da questa coincidentia oppositorum tra i due aspetti sopra descritti: "in virtù di un miracolo metafisico della volontà ellinca, compaiono in ultimo accoppiati l'uno nell'altro, e in questo accoppiamento finale generano l'opera d'arte, altrettanto dionisiaca che apollinea, che è la tragedia attica". (F.Nietzsche)

Freud, propone la sua teoria sulle origini della tragedia nella sua celebre opera "Totem e Tabù". Il Totem è un animale sacro che certe tribù primitive ritengono loro mitico progenitore: al culto del Totem si associa quasi sempre il Tabù (parola polinesiana che indica ciò che è vietato), ossia il diveto di cacciare e uccidere l'animale sacro; questa proibizione viene però infranta nel corso di una solenne festività annuale, in cui i membri della tribù si cibano delle carni dell'animale (pasto totemico). Freud spiega questo strano rituale alla luce delle sue teorie psicoanalitiche sulla conflittualità inconscia tra padre e figlio, per cui si serve di denominazioni tratte proprio dal mito tragico (complesso di Edipo): il rituale totemico sarebbe il lontano riflesso di un delitto primordiale, l'uccisione del Padre da parte dei Figli ribellatisi alla sua autorità; di questa primitiva colpa l'umanità ha serbato un ricordo ancestrale. Freud vede quindi nella primitiva struttira della tragedia ( il coro e l'eroe che narra le sue sofferenze) una cerimonia di tipo totemico, in cui il Personaggio altri non è che il Padre, e il coro lo stuolo omicida dei Figli.

29 gennaio 2010

Cazzo se eri schivo.

Era li. Nella sua casetta nel New Hampshire, non si faceva vedere, non rilasciava interviste, non pubblicava più nulla, anzi si incazzava pure e intentava cause legali con chi violava il copyright del Giovane Holden. Però era li. E la cosa mi rassicurava.
Ora invece già lo so, per quanto sia paradossale, ne sentirò incredibilmente la mancanza.



"E' buffo. Non raccontate mai niente a nessuno. Se lo fate, finisce che sentite la mancanza di tutti." (J.D. Salinger)

28 gennaio 2010

Le notti bianche

*Per il fenomeno delle aurore boreali, le notti di Pietroburgo, tra primavera ed estate, non sono buie, ma illuminate dal chiarore del cielo. Una luce pallida che contribuisce a creare la magia di una Pietroburgo irreale e fantastica.




-Notte Prima

Era una notte meravigliosa, una di quelle notti che ci capitano soltanto quando siamo giovani, caro lettore. Il cielo era cosi stellato così luminoso. che dopo averlo guardato, involontariamente ci si doveva chiedere:"Può vivere sotto un simile cielo gente iraconda e bizzosa?" Anche questa domanda è da giovani, caro lettore, molto da giovani, ma che il Signore la mandi spesso alla tua anima!... A proposito di persone bizzose ed iraconde, non posso dimenticare come mi condussi durante tutto quel giorno: una strana angoscia mi aveva tormentato fin dal mattino; mi era sembrato ad un tratto che tutti mi avessero abbandonato, che tutti si fossero allontanati da me. [...] Fu una cosa terribile rimaner solo, e per tre interi giorni gironzolai per la città, in preda ad una tristezza profonda, senza comprendere quel che accadeva in me. Andavo sul Nevskij, o al giardino, o passeggiavo sul lungofiume, ma non vedevo nessuno di quei visi che ero solito incontrare tutto l'anno, sempre allo stesso posto e alla stessa ora. A dire il vero quelle persone non mi conoscono, ma io le conosco tutte. Le conosco intimamente, come se avessi imparato le loro fisionomie, e mi rallegro quando esse sono gaie e mi rattristo se le vedo rannuvolate.

(Le notti bianche - Dostoevskij)

09 gennaio 2010

Les Madeleines


"in una giornata d’inverno, rientrando a casa, mia madre, vedendomi infreddolito, mi propose di prendere, contrariamente alla mia abitudine, un po’ di tè. Rifiutai dapprima, e poi, non so perché, mutai d’avviso. Ella mandò a prendere uno di quei biscotti pienotti e corti chiamati Petites Madeleines, che paiono aver avuto come stampo la valva scanalata d’una conchiglia di San Giacomo. Ed ecco macchinalmente oppresso dalla giornata grigia e dalla previsione d’un triste domani, portai alle labbra un cucchiaino di tè, in cui avevo inzuppato un pezzetto di Madeleine. Ma, nel momento stesso che quel sorso misto a briciole di biscotto toccò il mio palato, trasalii, attento a quanto avveniva in me di straordinario. Un piacere delizioso m’aveva invaso, isolato, senza nozione della sua causa. M’aveva subito resi indifferenti le vicissitudini della vita, le sue calamità, la sua brevità illusoria, nel modo stesso in cui agisce l’amore, colmandomi d’un’essenza preziosa" (Proust - Alla ricerca del tempo perduto)

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"Ma quando niente sussiste d’un passato antico, dopo la morte degli esseri, dopo la distruzione delle cose, più tenui ma più vividi, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l’odore e il sapore, lungo tempo ancora perdurano, come anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sopra la rovina di tutto il resto, portando sulla loro stilla quasi impalpabile, senza vacillare, l’edificio immenso del ricordo” (Proust - La strada di Swann)

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"I legami fra una persona e noi esistono solamente nel pensiero. La memoria, nell'affievolirsi, li allenta; e, nonostante l'illusione di cui vorremmo essere le vittime, e con la quale, per amore, per amicizia, per cortesia, per rispetto umano, per dovere, inganniamo gli altri, noi viviamo soli. L'uomo è l'essere che non può uscire da sé, che non conosce gli altri se non in sé medesimo, e che, se dice il contrario, mentisce." (Proust - Alla ricerca del tempo perduto)

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"Ogni cosa è illuminata dalla luce del passato" (Dal film: Ogni cosa è illuminata)

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"Sulla spiaggia lattine anni 80 Quando il mare si incazza e riporta ricordi che avevi coperto di sabbia"(Brunori Sas - Guardia 82)



Mi sono divertito ad unire alcune citazioni sulla memoria. Partendo da uno dei più grandi scrittori del novecento, Proust, fino ad arrivare al cantautore Dario Brunori.
Ogni tanto cerco di pensare alla mia infanzia, ai miei giochi di bambino, alle sgridate, alle sbucciate... e mi sovvien ben poco. Mi rendo conto di ricordare poco e niente di ciò che mi sono lasciato alle spalle, e che pure corre sempre al mio fianco. E allora capisco quanto tutto sia irrimediabilmente legato alla "memoria involontaria", che attraverso un odore, un sapore, una melodia, una visione, una parola, mi travolge, facendomi tornare alla mente un frammento del passato altrimenti perduto per sempre. Essere "Colmati d'un essenza preziosa", è un'esperienza unica. Ogni apprensione contingente svanisce, per un momento si viene catapultati in un'altra dimensione; fatta di stupende sensazioni sensoriali, fumosa el contempo nitida, magica ed indescrivibilmente soggettiva.
Se mai vi capiterà una situazione da "madeleine", soppesatela e saggiatela il più possibile. Immergetevi in un bagno di reminiscenze. Lasciatevi trasportare dal flusso della memoria.
Piacevole, delicata o sofferente che sia. Gustatevela fino in fondo.