24 settembre 2009

Rush


Mia cara amica,

Il buon senso ci avverte che le cose terrestri esistono ben poco e che la vera realtà è soltanto nei sogni. Per dirigere la felicità naturale, come quella artificiale, bisogna anzitutto avere il coraggio di trangugiarla; e coloro che meriterebbero forse la felicità sono precisamente quelli ai quali la felicità, come la concepiscono i mortali, ha sempre prodotto l'effetto di un vomitivo.
A spiriti semplici parrà strano, e anche impertinente, che un quadro di voluttà artificiali sia dedicato ad una donna, la più ordinaria sorgente delle voluttà più naturali. E' tuttavia evidente che, come il mondo naturale penetra in quello spirituale, servendogli di alimento e contribuendo a dormare quell'amalgama indefinibile che chiamiamo la nostra individualità, così la donna è la creatura che proietta la più grande ombra o la più grande luce nei nostri sogni. La donna è fatalmente suggestiva; vive di un'altra vita dalla propria; vive spiritualmente nelle immaginizaioni che domina e feconda. [...]
Ma non già ad una morta io dedico questo piccolo libro, bensì ad una donna che, sebbene malata, è sempre attiva e vivente in me, e che volge ora tutti i suoi sguardi al Cielo, quel luogo di ogni trasfigurazione... Poichè, non solo da una droga terribile l'essere umano gode il privilegio di poter trarre godimenti nuovi e sottili, ma anche dal dolore, dalla catastrofe e dalla fatalità.

Vedrai in questo quadro un viandante cupo e soitario, immerso nel flutto inquieto delle moltitudini, in atto d'invitare il suo cuore e il suo pensiero a un'Elettra lontana che gli asciugava dianzi la fronte madida di sudore e gli rinfrescava le labbra disseccate dalla febbre; e indovinerai la gratitudine di un altro Oreste, del quale vegliasti spesso gli incubi e dissipasti con mano leggera e materna, il sonno spaventoso.

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